Un guasto tecnico o un attacco ransomware possono provocare un fermo dei sistemi informatici dell’azienda, causando danni economici anche gravi.
Per questo motivo oggi è fondamentale dotare i propri sistemi informatici di soluzioni adeguate per garantire la Business continuity.
Sebbene la maggior parte delle piccole e medie imprese ritenga che le probabilità di subire un incidente siano molto basse, il rapporto dell’Uptime Institute, “2020 Data Center Survey” ha stimato che un terzo delle aziende ha sperimentato almeno un’interruzione alla continuità operativa del proprio data center negli ultimi 3 anni.
Le cause possono essere diverse: un guasto dovuto a un disastro naturale, un errore del software, un blackout, un cyber attacco, e così via.
Oltre all’eventuale danno fisico all’hardware, la principale conseguenza di un disastro è il fermo dei sistemi aziendali, che può avere un danno economico elevato. Si stima che un fermo dei sistemi può arrivare a costare all’azienda fino a una media di 5.600 dollari al minuto (Fonte: Gartner). Nei costi di un fermo bisogna infatti includere anche il costo della manodopera inattiva, i mancati introiti, le linee di produzione bloccate, solo per citare qualche esempio.
La buona notizia però è che i danni provocati dalla maggior parte degli incidenti si possono prevenire attraverso l’implementazione di soluzioni di Business continuity e piani di Disaster Recovery. Tali soluzioni includono software, procedure e processi per ripristinare il sistema e tutti i dati dell’azienda in caso di fermo dei sistemi.
Ma cosa significa nel concreto Business continuity?
In questo breve video viene spiegato:
- il concetto di Business continuity con esempi di soluzioni da implementare affinché l’azienda possa riprendere le attività in caso di disastro
- qual è la differenza tra un semplice backup dei dati e una soluzione di Business continuity
- come una soluzione di Business continuity può aiutarti a controllare i costi.